La tradizione del Natale è all’origine delle società occidentali ed è una delle ricorrenze più antiche. È la festa del solstizio d’inverno, poi diventata la festa cristiana della Natività, che rimanda all’alba dei tempi evocando riti lontani e mitologie arcaiche. Il solstizio d’inverno in cui la notte è la più lunga dell’anno, rappresenta il punto di riferimento per le tradizioni legate al fuoco e i riti di accensione di canne e torce vogliono rappresentare proprio quella speranza della rinascita del sole e della luce che vince contro le tenebre.
In Abruzzo questi rituali sono molto diffusi e iniziano già dal 7 dicembre in numerose contrade e, in particolar modo l’8 dicembre ad Atri, assumono una connotazione davvero suggestiva. La tradizione dei Faugni prevede, infatti, una spettacolare processione durante la quale i partecipanti raggiungono la cattedrale facendosi lume con grossi fasci di canne, tenuti stretti da legacci vegetali. Altre tradizioni del fuoco si svolgono a San Salvo nella notte tra il 20 e il 21 dicembre, a Nereto il 22, a Tufillo il 24 e il 16 gennaio a Fara Filiorum Petri dove si volge la tradizione delle farchie. Enormi fasci di canne alte 10 metri sono realizzati dalle contrade del paese dopo il periodo natalizio e, a partire dalle prime ore del pomeriggio del 16 gennaio, sono trasportate nel piazzale antistante la Chiesa di Sant’Antonio Abate dove vengono innalzate e, all’imbrunire, incendiate.