I nostri soci: Cantina Sincarpa di Torrevecchia, Progresso Agricolo di Crecchio e Soc.Cooperativa Agricola Coltivatori Diretti Tollo
Cantina Sincarpa di Torrevecchia
Arnaldo Petrongolo, 78 anni di Torrevecchia Teatina, uno dei soci più anziani
Ci racconta la sua esperienza lavorativa a Sincarpa?
Provengo da una famiglia molto numerosa, eravamo 8 figli e perciò ho iniziato a cercare un lavoro appena possibile. Oggi ho 78 anni e quando iniziai, per i ragazzi come me la scelta era tra la vita da operaio oppure l’attività agricola. Scelsi l’agricoltura perché a parità di sacrifici mi sembrava una scelta conveniente anche da un punto di vista economico. Quando ebbi disponibilità economiche sufficienti acquistai alcuni appezzamenti di terra piantandovi dei vigneti e, man mano, con un’ottica imprenditoriale, proseguii in questa direzione. All’inizio la produzione agricola era destinata al commercio al dettaglio ma l’attività cresceva ed iniziai ad ottenere i primi risultati. Decisi poi di associarmi alla Cantina Sincarpa. L’ingresso nella cooperativa rappresentò una certezza e una sicurezza, una garanzia in più perché si sviluppa un senso di appartenenza e la visione democratica che aiuta ad andare avanti nonostante le difficoltà.
C’è qualcuno della sua famiglia cha vuole proseguire questo lavoro?
Purtroppo i miei figli non mi accompagneranno in questa professione e questo mi dispiace molto.
Qual è il consiglio che si sente di dare, vista la sua esperienza?
Per svolgere al meglio questo lavoro è necessario saper organizzare bene le diverse attività, conoscere i prodotti più adatti per la coltivazione e saper fare i giusti investimenti per la vigna. Quella dell’agricoltore è una professione. É inoltre importante saper fare sacrifici che alla lunga però sono sempre ripagati; avere uno spirito imprenditoriale non può che aiutare i giovani che vogliono accostarsi a questa professione. In bocca al lupo!
Pino Candeloro 48 anni, di Torrevecchia Teatina, uno dei soci più giovani
Qual è la sua esperienza lavorativa?
Attualmente sono il presidente della Cantina Sincarpa e ho un’esperienza a vari livelli sull’attività agricola e vitivinicola, sono infatti subentrato a mio padre nell’attività in cantina. Nella mia carriera lavorativa ho dovuto affrontare varie problematiche legate alla gestione, con costi spesso molto elevati; in questo periodo di crisi non è facile trovare la strada giusta per proseguire. Dal 2004 a oggi, per la cantina sono stati anni difficili e si riuscivano solo a coprire le spese. Ho scelto tuttavia di investire in questa attività perché sono convinto che possa dare i frutti sperati.
Qual è la sua visione per il futuro?
Credo che nonostante si registri un calo della produttività, questa sia tuttavia compensata da una buona qualità del prodo[o e da un buon posizionamento sul mercato vinicolo. Sono convinto che il turismo enogastronomico possa essere una risorsa sulla quale puntare per promuovere e far conoscere il nostro territorio, che non ha nulla da invidiare ad altre regioni. So che Citra si sta muovendo in questo senso, cioè creando percorsi tra i vari vigneti per promuovere sia le cantine sia il territorio e credo che possa davvero essere un buon inizio per tanti progetti futuri.
Progresso agricolo di Crecchio
Di Paolo Nicola, 88 anni di Crecchio, il socio più anziano
Ci racconta la sua esperienza lavorativa?
Iniziai a lavorare insieme a mio padre, classe 1875, che tornato dall’America aveva acquistato dei terreni e vi aveva piantato dei vigneti. Facevamo buoni affari a Guardiagrele, Orsogna, Pescara e Ortona. Era il 1934, io avevo 9 anni e in famiglia eravamo 11 figli. Ricordo quanto fosse diverso il lavoro in cantina. La vigna era costituita da alberelli bassi, non esistevano i tendoni e i filari, e io e mio fratello lavoravamo sodo il terreno ed era un lavoro duro, se ripenso al freddo che faceva a ottobre! I grappoli, che si raccoglievano con l’aiuto dei cavalli e dei buoi, venivano riposti nei mastelli. Non c’erano le pigiatrici e l’uva raccolta si pigiava nelle “mase” i contenitori in legno.Tutta l’esperienza che ho la devo a mio padre, era davvero bravo, sapeva fare anche l’aceto balsamico, era un esperto!
C’è qualcuno della sua famiglia cha vuole proseguire questo lavoro?
I miei figli hanno scelto altre strade ma mio nipote è enologo.
Qual è il consiglio che si sente di dare, vista la sua esperienza?
Consiglio quest’attività perché può essere davvero molto redditizia e dare buone prospettive occupazionali a tanti giovani, molti di loro potrebbero avere buone possibilità. Se un giovane inizia a 20 anni, anche con 10 ettari di terra può creare una buona azienda. Io dico sempre: “Con la campagna si campa” la campagna è viva e offre lavoro a tutta la famiglia per intere generazioni!
Francesco D’Angelo, 21 anni di Orsogna, il socio più giovane
Qual è la sua esperienza lavorativa?
La mia famiglia aveva dei terreni e io, dopo essermi diplomato come geometra, decisi di dedicarmi alla coltivazione proseguendo l’attività dei nonni. Abbiamo quasi dieci e[ari di terra ma solo su tre ettari ci sono
le vigne. Questo lavoro mi piace perché mi da molte da soddisfazioni e mi sento partecipe di tutti i momenti dell’attività: pianto le barbatelle, vedo crescere la pianta come una mia creazione e questo mi gratifica, nonostante richieda molti sacrifici. Credo che per fare questo lavoro ci voglia davvero molta passione.
Qual è la sua visione per il futuro?
Vorrei espandere l’attività produttiva dell’azienda ed estenderla a circa 30 ettari di terreno e per fare questo penso che sia necessario saper bene ciò che si vuole, senza fare passi affrettati, e ricordarsi che gli imprevisti e i rischi ci sono sempre, essendo questa un’attività imprenditoriale. Ci saranno annate buone e annate meno buone, lavoriamo sotto il cielo! Quest’anno mi sono iscritto al consorzio di Citra perché credo molto nel valore della cooperazione; portare le uve nella cantina sociale può rappresentare senz’altro un vantaggio ed un punto di riferimento per chi intraprende un’attività di questo tipo.
Soc.Cooperativa Agricola Coltivatori Diretti Tollo
Giuseppe Tiberio, 92 anni, il socio più anziano
Ci racconta la sua esperienza lavorativa?
Ho 92 anni e svolgo questo lavoro da una vita. Dopo essere tornato in Italia dagli Stati Uniti dove era emigrato, mio padre acquistò dei terreni per dedicarsi all’attività agricola. Io ho imparato tutto da mio padre perchè lavoravo con lui. Sono entrato a far parte di questa azienda negli anni ’60, sono stato uno
dei primi ad aderire al Consorzio; in precedenza producevo il vino presso la nostra cantina e lo vendevo alle osterie. Il vino bianco era poco diffuso, andava molto il vino rosso. Ho iniziato a dedicarmi all’attività a 25 anni nel dopoguerra, quando era stato distrutto tutto e si doveva ricominciare. Non mi è mai piaciuto viaggiare, andare a cercare lavoro all’estero, preferivo stare in campagna. Amo tutto di questa vita, ho un rapporto stretto con tutta la terra e con i frutti che essa produce. Oggi il lavoro è più facile perchè si usano aratri meccanici e trattori che in agricoltura rendono le attività meno pesanti.
C’è qualcuno della sua famiglia cha vuole proseguire questo lavoro?
I miei figli non continueranno questa attività.
Qual’è il consiglio che si sente di dare, vista la sua esperienza?
Oggi i giovani hanno altre prospettive di vita che li portano a studiare fuori e quindi ad allontanarsi anche dalle attività di famiglia. Questo lavoro deve piacere e ci vuole tanta passione. “Tutte le arti falliscono ma il terreno mai”.
Giovanni Marini, 29 anni di Tollo il socio più giovane
Qual è la sua esperienza?
Da circa tre anni dirigo l’azienda di famiglia, i miei e mio nonno erano vignaioli, e da 10 anni sono coltivatore di uva da vino a tempo pieno, potrei dire di essere cresciuto qui. Ho rilevato l’azienda di famiglia ed ho apportato anche qualche trasformazione, sono molto attento alle innovazioni. Ho affiancato alla precedente produzione di uva da tavola, nuove varietà di uve, oltre ai classici montepulciano e trebbiano, in linea con le indicazioni commerciali di Citra. L’ultima arrivata, infatti è l’uva Pinot grigio.
Qual’ è la sua visione per il futuro?
Mi piacerebbe ingrandire l’azienda e continuare con gli sviluppi legati alle sperimentazioni delle nuove varietà vitivinicole ma allo stesso tempo avrei anche qualche idea legata all’enogastronomia. Sono molto attento a tutti gli aspetti legati alla mia attività e recentemente ho partecipato al bando regionale nel piano di sviluppo rurale. Questo è un ottimo incentivo per tanti giovani che vogliono avviare delle attività ma che non riescono con le proprie forze. Posso dire che questo lavoro per me è anche un progetto di vita che porterò avanti con impegno.